Il vetro float viene così chiamato dal nome del più diffuso procedimento di fabbricazione industriale del vetro, ideato in Gran Bretagna da Alastair Pilkington alla fine degli anni 50 e basato su un sistema “a galleggiamento” (to float in inglese significa per l’appunto galleggiare), dove il vetro in formazione, ad un certo punto del processo, si trova a galleggiare su uno strato di stagno fuso (liquido) e, spandendosi e solidificandosi per raffreddamento, forma un nastro continuo dalla superficie liscia su entrambi i lati.
Il vetro float è prodotto nella versione trasparente (o normale) e nella versione extra-chiaro. La tonalità di colore del vetro dipende dalla presenza o meno di determinate sostanze minerali; infatti, il float normale ha una leggera colorazione verdastra data dalla presenza di ossido di ferro, mentre attraverso uno speciale procedimento è possibile eliminare il 90% di ossido di ferro, ottenendo così il vetro extra-chiaro.
I vantaggi dell’extra-chiaro rispetto ad un comune float trasparente sono i seguenti:
Il vetro float è disponibile in diversi spessori standard ed è comunemente utilizzato per l’arredo di interni e per la realizzazione di finestre, porte, tavoli, specchi, bacheche, box doccia e mobili in generale.